Dolomiti: nuova tariffa di accesso ai sentieri del Seceda dopo il boom di turisti

3 min read
Dolomiti: nuova tariffa di accesso ai sentieri del Seceda dopo il boom di turisti

La Val Gardena, cuore delle Dolomiti, affronta una nuova sfida legata al turismo con l’introduzione di un pedaggio di 5 euro per accedere a un popolare sentiero sul monte Seceda. Questo provvedimento, voluto da alcuni proprietari terrieri locali, nasce come risposta al massiccio aumento di visitatori che ha causato danni ambientali e scoraggiato i residenti, aprendo un dibattito acceso sulla gestione futura del turismo in una delle mete montane più iconiche d’Italia.

La nuova tariffa: origine e modalità di pagamento

Recentemente è stato installato un tornello all’accesso di un sentiero molto frequentato sul Seceda, con l’indicazione che l’accesso costa 5 euro per persona, ad eccezione di bambini e residenti locali. Il pagamento può essere effettuato sia in contanti sia con carta. L’obiettivo dichiarato dagli agricoltori e proprietari terrieri è quello di ottenere un risarcimento per il degrado ambientale causato dal sovraffollamento, che ha portato a danni di pascoli e sentieri, nonché a un eccesso di rifiuti difficili da gestire.

Secondo gli interessati, questa misura rappresenta un “grido di aiuto” dovuto alla mancanza di supporto da parte delle autorità locali e provinciali nel finanziare la manutenzione e il ripristino dei terreni.

Contesto del pedaggio

Sul sentiero, in certe giornate, sono stati contati fino a 8.000 visitatori, con lunghe code e sovraffollamento, soprattutto nei mesi estivi. La popolarità del Seceda è aumentata esponenzialmente negli ultimi anni, in parte grazie alla viralità di fotografie panoramiche condivise sui social media e all’utilizzo dell’immagine del Seceda come sfondo ufficiale di Apple per iOS 7 e la recente campagna iPhone 15.

Reazioni di autorità e associazioni

La Provincia di Bolzano e il Parco Naturale Puez-Odle hanno bloccato l’installazione del tornello, sottolineando che non esistono autorizzazioni ufficiali per imporre pagamenti su sentieri pubblici. L’Ufficio Natura ha confermato che l’iniziativa è partita da privati proprietari e non è conforme alla normativa vigente.

Le associazioni di turisti e di escursionisti hanno espresso critiche, evidenziando che se tale pratica si diffondesse tra tutti i proprietari terrieri, la libera fruizione delle montagne potrebbe essere compromessa. Essi chiedono interventi istituzionali chiari e sostegni economici per la manutenzione, piuttosto che iniziative autonome come questa.

Il costo dell’esperienza Seceda e altri fattori economici

Oltre alla nuova tariffa sul sentiero, raggiungere la vetta del Seceda non è economico: il biglietto andata e ritorno per la cabinovia e funivia da Ortisei costa 52 euro a persona (39 euro per sola andata). Sono disponibili anche tariffe ridotte per bambini e ragazzi.

Il trasporto mediante gli impianti a fune è attivo da fine maggio a inizio novembre 2025, con orari di funzionamento ben definiti e possibilità di acquistare biglietti ridotti tramite tessere annuali come la Gardena Card. Tuttavia, l’elevato numero di visitatori, supportato anche da una prossima triplicazione della capacità degli impianti, aumenta la pressione sul territorio e sulle infrastrutture locali.

Impatti ambientali e sociali del turismo di massa

I residenti e i proprietari terrieri denunciano degrado dei prati, usura intensiva dei sentieri e accumulo anomalo di rifiuti, elementi che stanno modificando negativamente il paesaggio e la vivibilità dell’area. L’introduzione del pedaggio rappresenta un tentativo diretto di arginare i danni economici e ambientali subiti.

Dall’altra parte, la comunità escursionistica mette in guardia contro i rischi di frammentare l’accesso libero e gratuita tradizionale alla montagna, un valore fortemente radicato nella cultura alpina italiana.

Verso una regolamentazione equilibrata

La questione del pedaggio al Seceda si inserisce in un più ampio dibattito su come gestire il turismo sostenibile nelle Dolomiti, riconosciute patrimonio mondiale UNESCO. Sono necessarie soluzioni coordinate tra privati, enti pubblici e associazioni per conciliare la tutela ambientale con l’economia turistica.

Un modello possibile potrebbe prevedere sostegni finanziari pubblici maggiori a favore dei proprietari terrieri per la manutenzione, investimenti in infrastrutture e campagne di sensibilizzazione per un turismo responsabile.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *