I negoziati dell’UE sulla legge sull’AI vanno ai tempi supplementari

2 min read

Il funizionamento della nuova applicazione per smartphone. Nasce I-Muse, la prima app che utilizza l'intelligenza artificiale per migliorare l'esperienza di visita nei musei. Il progetto è nato dalla collaborazione tra Università di Torino e Politecnico, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo. La sperimentazione coinvolge otto musei di Torino. Torino, 21 luglio 2023 ANSA/JESSICA PASQUALON

L’AI Act dell’Unione Europea, la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale, è un passo avanti verso la luce, ma sarà necessario più tempo per concludere lo storico accordo.
Nel nuovo capitolo dell’eterna sfida tra uomo e tecnologia, le posizioni dei governi nazionali e del Parlamento Europeo devono ancora avvicinarsi per delimitare chiaramente il campo di applicazione dell’IA con l’obiettivo di mettere al centro la tutela dei diritti fondamentali.
Nell’approccio comune europeo, questi non possono essere sacrificati nemmeno sull’altare di una corsa economica con Stati Uniti e Cina che per l’Ue vale 20 miliardi di euro di investimenti all’anno fino al 2030.
Gli ultimi nodi rimasti riguardano il riconoscimento facciale – rifiutato in toto dagli eurodeputati e invece ammesso per ragioni di sicurezza dai governi nazionali – e la regolamentazione di ChatGpt, Bard e altri sistemi di intelligenza artificiale sulla base di modelli fondativi.
Il pomeriggio e la notte dei negoziati a Bruxelles sono stati seguiti da un’alba ancora piena di speranza.
Poi, dopo pranzo, è arrivata la sensazione di stallo e la consapevolezza che sarebbe stato necessario riprendere il lavoro il giorno successivo per chiarire le idee, appianare le ultime divergenze rimaste e suggellare l’accordo.
Nei lunghi negoziati, il commissario Ue Thierry Breton, il “padre” della proposta legislativa dell’aprile 2021, ha affermato che sono stati compiuti “molti progressi”, sufficienti a non ribaltare il tavolo delle trattative e ad alimentare l’ottimismo per un lieto fine.
Ciò avverrà inevitabilmente attraverso la via delle eccezioni da concedere – o meno – sui sistemi di sorveglianza di massa.
I 27 Stati membri dell’UE hanno respinto il divieto totale del Grande Fratello richiesto dagli eurodeputati.
Le due posizioni sono inconciliabili fin dall’alba della prima proposta di Bruxelles – che prevedeva eccezioni – e anche nelle ultime ore dei colloqui le parti faticano a trovare un compromesso, con la presidenza di Madrid dell’UE che sostiene le eccezioni per la sicurezza pubblica, la lotta contro il terrorismo e la ricerca di bambini scomparsi o di criminali.
Esiste un contrasto simile in relazione ai sistemi di intelligenza artificiale generativa, con i deputati che chiedono una supervisione ad hoc e una maggiore trasparenza sugli algoritmi e sugli enormi database che li compongono e gli Stati membri che cercano di evitare un’eccessiva regolamentazione nel timore che possa stroncare l’emergente sistema di intelligenza artificiale. campioni come Aleph Alpha in Germania e Mistal AI in Francia sul nascere, rendendo proibitivi i costi di sviluppo.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su ansa.it

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *