Foreste e clima: ruolo strategico nella politica ambientale

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La silvicoltura entra a pieno titolo nella strategia italiana di contrasto al cambiamento climatico. Il ministro della Transizione Ecologica, Gilberto Pichetto Fratin, ha ribadito l’importanza di una gestione sostenibile delle foreste come strumento chiave per mitigare le emissioni di gas serra, aumentare la resilienza degli ecosistemi e favorire lo sviluppo di economie locali verdi. L’Italia, con un patrimonio forestale in crescita e un potenziale ancora in gran parte inesplorato, punta a valorizzare le risorse naturali per raggiungere gli obiettivi climatici fissati dall’Accordo di Parigi e dall’Unione Europea.

La silvicoltura come pilastro della politica climatica italiana

Crescita del patrimonio forestale e assorbimento di CO2

Negli ultimi decenni, l’Italia ha registrato un incremento del 23% della superficie forestale rispetto al 1990, arrivando a coprire circa 12 milioni di ettari. Questo aumento ha contribuito a un saldo netto di assorbimento di circa 27,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel 2021, rendendo le foreste italiane un importante pozzo di carbonio naturale.

Tuttavia, le proiezioni indicano che il settore LULUCF (Land Use, Land-Use Change and Forestry) dovrà ridurre le emissioni di gas serra di oltre 3 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030 rispetto alla media 2016-2018, un obiettivo ambizioso che richiede politiche mirate e investimenti significativi.

Gestione sostenibile e uso responsabile del legno

Attualmente, in Italia si utilizza solo il 30% del legno che cresce annualmente nelle foreste, una percentuale ben al di sotto della media europea del 75%. Questo dato evidenzia un margine di miglioramento nella gestione forestale, soprattutto nelle foreste cedue che rappresentano oltre la metà del patrimonio nazionale.

Una gestione forestale sostenibile, basata su tagli rotazionali programmati, può aumentare la capacità di stoccaggio del carbonio, prevenire il degrado degli ecosistemi e fornire materie prime rinnovabili per l’industria del legno e dell’energia.

Le dichiarazioni del Ministro Pichetto Fratin

La silvicoltura come strumento di mitigazione e adattamento

Gilberto Pichetto Fratin ha sottolineato che la silvicoltura è parte integrante di una politica complessiva per combattere il cambiamento climatico, evidenziando il duplice ruolo delle foreste nella mitigazione delle emissioni e nell’adattamento agli effetti climatici.

Ha inoltre rimarcato l’importanza di valorizzare energeticamente i residui forestali, come pellet e biocombustibili solidi, per favorire una transizione energetica sostenibile e creare nuove opportunità economiche nelle aree rurali.

Investimenti e innovazione

Il ministro ha ricordato che il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destinano risorse significative alla gestione forestale sostenibile, alla bioeconomia e alla prevenzione dei rischi climatici, con particolare attenzione alla resilienza territoriale.

Pichetto Fratin ha infine evidenziato la necessità di promuovere la formazione, la ricerca e l’informazione pubblica per supportare la transizione verde e superare eventuali resistenze culturali.

Politiche nazionali e strategie per la silvicoltura sostenibile

La Strategia Forestale Nazionale 2019-2039

Il documento guida per la gestione delle foreste italiane punta a creare ecosistemi resilienti, biodiversificati e capaci di fornire servizi ambientali, sociali ed economici. Tra gli obiettivi principali figurano la conservazione della biodiversità, la mitigazione del rischio idrogeologico e l’incremento della capacità di assorbimento del carbonio.

Piano di Azione per la Bioeconomia

Il piano 2025-2027 promuove l’uso sostenibile delle biomasse forestali per la produzione di energia rinnovabile, contribuendo a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e a sviluppare filiere economiche locali basate su risorse rinnovabili.

Assicurazioni obbligatorie e resilienza

Dal 2025, le aziende italiane dovranno stipulare assicurazioni contro danni da eventi naturali e catastrofici, un segnale dell’attenzione crescente verso la resilienza territoriale e la gestione del rischio climatico.

Impatti economici e ambientali della silvicoltura

Valorizzazione delle risorse forestali

Le foreste italiane offrono molteplici risorse oltre al legno, come sughero, resine, funghi, noci, bacche e selvaggina, che rappresentano un’importante fonte di reddito per le comunità locali e contribuiscono alla biodiversità.

Bioenergia e decarbonizzazione

L’utilizzo dei residui forestali per la produzione di pellet e biocombustibili solidi è una leva fondamentale per la decarbonizzazione del settore energetico, offrendo un’alternativa sostenibile ai combustibili fossili e favorendo la creazione di piattaforme territoriali integrate.

Prevenzione dei rischi climatici

La gestione attiva delle foreste contribuisce a prevenire incendi, alluvioni e dissesti idrogeologici, eventi che negli ultimi anni hanno colpito duramente diverse aree italiane, accentuando la necessità di politiche di adattamento efficaci.

Prospettive future e sfide

Raggiungere gli obiettivi climatici

Per rispettare gli impegni internazionali, l’Italia dovrà aumentare significativamente l’efficienza della gestione forestale, incrementare l’uso strutturale del legno e sviluppare nuove tecnologie per la valorizzazione delle biomasse.

Educazione e sensibilizzazione

Superare le resistenze culturali e informare correttamente cittadini e operatori è fondamentale per promuovere un approccio sostenibile e integrato alla silvicoltura e alla lotta ai cambiamenti climatici.

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