Shock Climatici Minacciano la Crescita Economica dell’Italia, Avverte l’FMI
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L’ultimo rapporto dell’Fondo Monetario Internazionale (FMI) lancia un allarme chiaro: gli shock climatici rappresentano una minaccia concreta per la crescita economica dell’Italia, già alle prese con sfide strutturali e un debito pubblico elevato. Nonostante una crescita moderata nel 2024, l’FMI sottolinea l’urgenza di accelerare la transizione verso fonti di energia rinnovabile e di implementare efficacemente il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per sostenere uno sviluppo duraturo e resiliente.
Crescita Economica Italiana: Dati e Prospettive
L’economia italiana ha registrato una crescita del PIL reale dello 0,7% nel 2024, con un’espansione dello 0,3% nel primo trimestre del 2025, trainata dagli investimenti infrastrutturali del PNRR e dal saldo positivo della bilancia commerciale. Tuttavia, la crescita rimane debole rispetto agli standard europei, e l’FMI evidenzia che sfide strutturali come la bassa produttività, la scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro e le forti disparità regionali continuano a frenare il potenziale di sviluppo.
L’inflazione si è attestata al 2% ad aprile 2025, mentre il tasso di disoccupazione è previsto in calo dal 6,5% del 2024 al 5,9% nel biennio 2025-2026. Il deficit pubblico, seppur in lieve miglioramento, rimane elevato al 3,3% del PIL nel 2025, mentre il debito pubblico lordo è destinato a salire dal 135,3% nel 2024 al 138,2% nel 2026, uno dei livelli più alti dell’Unione Europea. Sul fronte della bilancia dei pagamenti, il surplus della partita corrente ha superato l’1% del PIL nel 2024 e si prevede un ulteriore miglioramento fino all’1,6% nel 2026.
Shock Climatici: Una Minaccia Concreta per l’Economia
L’FMI mette in guardia che gli shock climatici, quali eventi meteorologici estremi e la lenta transizione energetica, potrebbero compromettere la stabilità e la crescita economica italiana. L’Italia si posiziona al 43° posto nell’indice di performance climatica 2025, con valutazioni medie sulle emissioni di gas serra e sull’uso energetico, ma punteggi bassi per l’adozione delle energie rinnovabili e per le politiche climatiche nazionali.
Il Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC), aggiornato nel luglio 2024, non prevede un obiettivo complessivo di riduzione delle emissioni di gas serra per il 2030, limitandosi a un taglio del 40,6% nei settori non coperti dal sistema ETS, inferiore al 43,7% richiesto dall’Unione Europea. Inoltre, il piano ha posticipato la chiusura delle centrali a carbone dal 2025 al 2029 e autorizzato nuove capacità a gas fossile, rallentando così la decarbonizzazione del sistema energetico nazionale.
Le sovvenzioni ai combustibili fossili in Italia ammontano a circa 63 miliardi di dollari, una cifra che gli esperti invitano a reindirizzare verso progetti di energia rinnovabile e transizione energetica. Sebbene l’Italia partecipi a iniziative internazionali come la Carbon Neutrality Coalition e il Global Methane Pledge, il paese tende a seguire principalmente le direttive europee senza assumere un ruolo proattivo nelle politiche climatiche globali.
Richieste degli Esperti per una Politica Climatica Più Ambiziosa
Gli esperti sottolineano la necessità di anticipare la data di uscita dal carbone, fermare l’espansione delle infrastrutture basate su combustibili fossili e puntare a una riduzione delle emissioni complessiva superiore al 65% entro il 2030, in linea con l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale a 1,5°C stabilito dall’Accordo di Parigi.
Sfide Strutturali e Raccomandazioni dell’FMI
Oltre ai rischi climatici, l’FMI evidenzia che il sistema bancario italiano, pur essendo ben capitalizzato e liquido, necessita di un monitoraggio costante per prevenire rischi legati alla qualità degli attivi e all’interconnessione con il debito sovrano. L’economia italiana ha infatti vissuto due decenni di crescita stagnante dopo la crisi finanziaria del 2008, con tassi di crescita inferiori all’1% e un debito pubblico tra i più elevati in Europa.
L’FMI raccomanda un’implementazione rapida ed efficace del PNRR, accompagnata da un programma di riforme successivo che possa amplificare i benefici degli investimenti e sostenere una crescita più robusta e inclusiva. In particolare, si sottolinea l’importanza di politiche volte a incrementare la produttività, migliorare la partecipazione femminile al lavoro e ridurre le disuguaglianze territoriali.
Tabella Riassuntiva dei Principali Indicatori Economici
Indicatore | 2024 | 2025 (Previsione) | 2026 (Previsione) |
---|---|---|---|
Crescita PIL reale (%) | 0,7 | 0,7 | 0,9 |
Inflazione (%) | 1,1 | 1,8 | 1,5 |
Tasso di disoccupazione (%) | 6,5 | 5,9 | 5,9 |
Deficit pubblico (% PIL) | -3,4 | -3,3 | -2,9 |
Debito pubblico lordo (% PIL) | 135,3 | 136,7 | 138,2 |
Saldo conto corrente (% PIL) | 0,9 | 1,3 | 1,6 |
Sovvenzioni ai combustibili fossili (USD) | 63 miliardi | – | – |
L’allarme dell’FMI sul rischio che gli shock climatici possano compromettere la crescita economica italiana evidenzia un bivio cruciale per il paese. La sfida è duplice: da un lato, bisogna affrontare le criticità strutturali che frenano lo sviluppo; dall’altro, è indispensabile accelerare la transizione energetica per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Il successo dell’Italia dipenderà dalla capacità di attuare rapidamente riforme efficaci e politiche ambientali ambiziose, in linea con gli obiettivi europei e globali.