Italia punta a rafforzare STMicroelectronics, non a smembrarla: le dichiarazioni del Ministro

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L’Italia conferma la volontà di rafforzare STMicroelectronics, la storica joint venture franco-italiana nel settore dei semiconduttori, e non di smembrarla. Il Ministro dello Sviluppo Economico, Adolfo Urso, ha ribadito che l’obiettivo è sostenere investimenti e aumentare l’occupazione nel Paese, contrastando però la gestione attuale dell’azienda guidata dal CEO Jean-Marc Chery, criticato dal governo italiano per risultati finanziari deludenti e scelte strategiche controverse.

Il ruolo strategico di STMicroelectronics per l’Italia

STMicroelectronics rappresenta un asset industriale cruciale per l’Italia, con circa 50.000 dipendenti a livello globale e importanti centri produttivi e di ricerca in territorio italiano, in particolare a Catania e Agrate Brianza. La partecipazione italiana, insieme a quella francese, si attesta al 27,5% attraverso una holding governativa, che esercita un ruolo di controllo e indirizzo strategico.

Il Ministro Urso ha sottolineato la necessità di un nuovo piano industriale che ponga l’Italia al centro dello sviluppo di STMicro, garantendo investimenti significativi e la crescita dell’occupazione nel medio-lungo termine. Questo impegno si traduce anche nella volontà di aumentare la rappresentanza italiana nei vertici aziendali, attualmente ridotta rispetto al passato.

Critiche alla gestione attuale e tensioni politiche

L’Italia ha espresso un netto dissenso verso l’attuale amministratore delegato Jean-Marc Chery e il suo team, accusati di aver gestito male la fase di crisi, con un calo del fatturato del 28% nel primo trimestre 2025 e un programma di tagli ai costi che potrebbe portare a circa 2.800 esuberi a livello globale, di cui oltre 2.000 in Italia secondo i sindacati.

Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha denunciato la vendita di azioni da parte del management prima dell’annuncio dei risultati negativi, sollevando sospetti di insider trading, accuse però smentite dall’azienda. La tensione politica si riflette anche nel rifiuto da parte del consiglio di amministrazione di STMicroelectronics di accogliere la nomina di Marcello Sala, funzionario del Ministero dell’Economia proposto dall’Italia per rafforzare la supervisione italiana nell’azienda.

Investimenti e prospettive industriali

Nonostante le difficoltà, STMicroelectronics ha confermato l’intenzione di proseguire gli investimenti in Italia, con un piano che prevede il raddoppio della capacità produttiva nello stabilimento di Agrate entro il 2027 e il mantenimento degli investimenti nel sito di Catania, dove lavorano oltre 5.400 dipendenti.

Inoltre, la società ha siglato un accordo strategico con la cinese Innoscience per lo sviluppo della tecnologia a nitruro di gallio (GaN), fondamentale per applicazioni in elettronica di consumo, data center, automotive e sistemi industriali. Tuttavia, questa mossa ha generato preoccupazioni in Italia circa il possibile marginalizzazione dei centri di ricerca italiani.

Verso un nuovo equilibrio franco-italiano

La crisi in STMicroelectronics riflette un più ampio confronto tra Italia e Francia sulla governance e la strategia dell’azienda. L’Italia teme un progressivo spostamento del baricentro decisionale verso la Francia e una riduzione della presenza italiana nei ruoli chiave, passata da cinque su otto membri dell’executive committee a tre su nove.

Il governo italiano sta quindi lavorando per ottenere maggiore influenza, anche attraverso la richiesta di convocare un’assemblea straordinaria per discutere la nomina di Marcello Sala, proposta respinta dal consiglio di sorveglianza. L’obiettivo dichiarato è quello di garantire un futuro industriale solido e sostenibile per STMicroelectronics, con un ruolo centrale dell’Italia.

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